Monza 2016 e attivazione del sistema nervoso

Gli appassionati attendono questo momento da tutto l’anno. Alla soglia del weekend automobilistico di Monza i nervi sono a fior di pelle. La Ferrari in lotta per un secondo posto con Red Bull, dietro una Mercedes che sembra aver anche quest’anno una marcia in più. Ma le emozioni della pista vanno ben oltre la classifica.
I fan aspettano questo momento per vivere appieno ogni istante, ogni momento. Per sentirsi parte di questo evento. Nel sentire il rumore dei motori, nel veder sfrecciare la perfezione di quelle macchine a velocità incredibile ci si sente pervasi da una sensazione difficile da definire a parole. E l’intensità di queste emozioni aumenta avvicinandosi fisicamente alla pista. Non è la stessa cosa guardare una gara dal comodo divano di casa, rispetto a viverla nei box.

Ma cosa succede davvero al nostro organismo quando siamo a bordo pista?
Cosa succede al sistema nervoso quando c’è una gara?

Grazie alla disponibilità di Luca Ghiotto, pilota italiano professionista di GP2, possiamo spiegarvi cosa accade. In collaborazione con il team Trident e Mind Room Lab abbiamo monitorato le risposte psicofisiologiche di uno dei suoi preparatori durante la recente gara di Hockenheim.


Figura 1: livello di conduttanza cutanea. Nel riquadro verde la partenza. Nel riquadro grigio la gara. Nel riquadro rosso il post gara.

Il livello di arousal di partenza è già elevato (circa 20µV). Questo significa che la persona da un punto di vista emotivo era già considerevolmente coinvolta. Come si può notare durante i minuti iniziali e le fasi cruciali della partenza il sistema nervoso risponde in maniera considerevole.
Durante la gara, nonostante sia da cardiopalma (Ghiotto partirà dalla 14sima posizione e finirà secondo), il sistema nervoso tende a scendere. Ad esclusione di diversi minuti caratterizzati da sorpassi mozzafiato che scatenano risposte emotive considerevoli.
La tendenza a ridurre l’attivazione durante la gara è tipica delle persone allenate. E in effetti è lo stesso andamento che i piloti stessi si allenano a mantenere. Conservare le energie, attraverso un monitoraggio del livello di attivazione è strettamente legato alla performance dell’atleta (Gould et al, 1994).

I piloti più efficienti sono quelli che riescono a mantenere un elevato controllo psicofisiologico.
Analogamente anche chi è abituato a vedere le gare tutti i weekend in qualche modo riesce ad allenarsi. Sviluppa quindi dei meccanismi che gli permettono di affrontare la gara in modo più efficace. L’immedesimazione è tale per cui lo sforzo viene vissuto in prima persona. Anche il preparatore, così come il resto del team, bruciano energie nervose nel guardare la gara.

Il finale è la dimostrazione di quanto l’emozione sia forte in un weekend automobilistico. Una volta tagliato il traguardo, il sistema nervoso schizza a livelli mai raggiunti precedentemente. Come un fiume in piena esplode la gioia e soprattutto si manifesta apertamente l’attivazione del sistema nervoso. L’effetto è prorompente. Si raggiungono livelli di arousal doppi rispetto alla condizione di partenza (circa 40µV).

È una sorta di esplosione emotiva. E le conseguenze a livello emozionale sono tali per cui, mezz’ora dopo la fine della gara, il sistema nervoso non è ancora sceso sotto al livello della partenza (superiore ai  20µV). I tifosi continuano tutti attorno a festeggiare, ebbri di felicità.
Rispetto a quella che può essere una convinzione comune quindi, il sistema nervoso si manifesta con delle risposte di attivazione non solo in modo contingente (esempio: partenza e sorpassi) ma anche e soprattutto al termine di un evento emotivamente coinvolgente (esempio: finale).

Questo significa che se questa è la risposta media del pubblico, esistono delle attività che possono essere pianificate in funzione del loro stato emotivo.

Eventuali situazioni ludiche attivanti (come ad esempio il simulatore di guida) dovrebbero quindi cercare di essere concentrate nella fase antecedente alla gara. L’eccesso di attivazione post-gara potrebbe influenzare negativamente l’esperienza. D’altro canto tutti quei servizi che prevedono la possibilità di acquisti impulsivi invece potrebbero beneficiare se resi più visibili al termine della gara. Elevati livelli di arousal sono associati a maggiori comportamenti di acquisto non pianificati (Kenning, 2008). Gli stessi brand o sponsor dovrebbero ricercare una maggior esposizione nella parte conclusiva dell’evento. Tanto più l’esperienza sarà stata piacevole, tanto maggiore sarà la probabilità di memorizzazione e di associazione del brand a quella risposta emotiva.

Nel ringraziare Luca Ghiotto per la disponibilità ad ospitarci e per le sensazione che ci ha regalato, aspettiamo il weekend di Formula 1 di Monza, consapevoli che le emozioni non mancheranno. E che soprattutto ce le porteremo dentro anche dopo la fine della gara.

Bibliografia:

  • Gould, Daniel, and Eileen Udry. “Psychological skills for enhancing performance: Arousal regulation strategies.” Medicine & Science in Sports & Exercise (1994).
  • Kenning, Peter H., and Hilke Plassmann. “How neuroscience can inform consumer research.” IEEE Transactions on Neural Systems and Rehabilitation Engineering 16.6 (2008): 532-538.
1 settembre 2016 Christian Caldato